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Madama Butterfly • Bianchi

  • Lorenzo Giovati
  • 28 ott 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Rho, Teatro Civico Roberto de Silva. 25 Ottobre 2024.

Dall’anno 2022 Rho ospita un teatro/auditorium di nuovissima costruzione, che propone, oltre alla sua articolata programmazione, non soltanto musicale, anche alcuni spettacoli “straordinari”, come questa Madama Butterfly di Giacomo Puccini, andata in scena venerdì sera, la quale, oltre a voler regalare al pubblico una serata di bella musica, è stata anche un felice modo per commemorare il centenario della morte del compositore toscano.


La prima rappresentazione di questa Madama Butterfly ha riscosso un ottimo successo di pubblico, fortunatamente accorso numeroso (e appartenente a fasce d’età di vario genere), soprattutto grazie ad un cast vocale ben assortito, una direzione d’orchestra accurata e una regia essenziale, ma funzionale.


Il soprano Daria Masiero, a cui era affidato il ruolo della protagonista, ne ha offerto un’interpretazione studiata e curata. Ciò è stato evidente nel corso dell’intera opera, ma soprattutto nella sua parte finale, in cui la Masiero ha dato voce pienamente credibile al drammatico precipizio psicologico di Butterfly. Anche vocalmente, la Masiero è stata sempre intensa, precisa nell'intonazione e appropriata nella modulazione e nell’espressione.


Credibile è stato anche il Pinkerton di Giuseppe Distefano, che ha saputo compensare alcune leggere asprezze della sua linea di canto, in particolare nel settore acuto, con un’interpretazione di indubbio pregio e di notevole intensità espressiva, rendendo percepibile il conflitto interiore del personaggio attraverso sfumature interpretative che hanno arricchito la complessità del ruolo.


Nota di merito va espressa a anche nei confronti del baritono Francesco La Gattuta per la sua interpretazione di Sharpless, che si è distinta per intensità espressiva, supportata da una voce salda, ricca di sfumature e ottimamente intonata. La Gattuta ha saputo infondere al personaggio nobiltà, facendo emergere un’eleganza che ben si addice al ruolo del console americano.


Carlotta Vichi, nel ruolo della cameriera Suzuki, ha anch’essa regalato una performance accurata, sia vocalmente, sia scenicamente. La sua interpretazione è stata arricchita da una buona cura dei dettagli, che ha ben restituito la fedeltà e la forza emotiva di Suzuki. La Vichi ha inoltre mantenuto una presenza scenica equilibrata e misurata, che ha ben evidenziato il legame profondo con Cio-Cio-San.


Anche il tenore Giacomo Leone ha offerto una performance degna di menzione nel ruolo di Goro. La sua voce chiara e precisa si è adattata molto bene al personaggio, di cui è stata disegnata anche una pregevolissima interpretazione.


Ottimi sono stati anche Giacomo Pieracci (Zio Bonzo), Bronislawa Sobierajska (Kate Pinkerton), Monique Arnaud (Lo spirito) e Liu All Song Hao (Commissario imperiale).


La regia di Stefano Monti, costituita principalmente da tre separé a forma di ventaglio, qualche oggetto di scena e dei costumi sobri, ma evocativi, ha accolto felicemente la vicenda scenica, assecondandone sapientemente l’evoluzione ed utilizzando al meglio il ridotto spazio scenico. L’assenza di astruse simbologie e l’intelligente distribuzione degli oggetti e delle masse, ha inoltre reso evidenti, sia i nessi logici della trama, sia l’ambientazione.


Non meno felice è stata infine la lettura musicale del maestro Riccardo Bianchi, che ha messo in risalto, con buona sensibilità, l’essenza melodica della partitura, riuscendo a mantenere una fluida scorrevolezza nella complessa tessitura drammaturgica pucciniana. Il maestro Bianchi ha saputo fondere, con ottimo equilibrio, il lirismo dell’opera e la sua intrinseca drammaticità, non mancando di dedicare una cura particolare per le citazioni “orientaleggianti,” che in Madama Butterfly evocano il fascino e il mistero dell’ambiente giapponese. L’orchestra è inoltre sempre stata emotivamente coinvolta, senza mai sovrastare le voci, ma anzi suggerendo loro giuste intenzioni interpretative.


Di ottimo livello è stata anche la prestazione dell’Orchestra Filarmonica Italiana che, nonostante lo spazio e l’organico ridotti, ha brillato per un suono coeso e variegato.


Di pari livello è stata anche la prestazione del coro Filarmonica Italiana, preparato dal maestro Paolo Targa, che ha rivelato lodevole impegno nel fronteggiare la partitura pucciniana, soprattutto nel “coro a bocca chiusa”.


Lo spettacolo ha quindi ricevuto una meritata approvazione da parte del pubblico, che, al termine, si è congedato visibilmente soddisfatto. 



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