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I Lombardi Alla Prima Crociata • Lanzillotta

  • Lorenzo Giovati
  • 22 set 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 9 feb 2024

Parma, Teatro Regio. 21 Settembre 2023

Ieri sera ho assistito al Teatro Regio alla prima de "I Lombardi alla Prima Crociata", opera di apertura del Festival Verdi di quest'anno. Avevo già avuto modo di ascoltarla alle prove generali under 30 il 18 settembre e ne avevo riportato un’ottima impressione, che è stata poi pienamente confermata in occasione della prima.


La parte vocale mi è sembrata complessivamente buona.


Su tutti Michele Pertusi, il quale, sebbene la parte di Pagano non gli consenta di valorizzare appieno il suo canto morbido, al punto da non risparmiargli qualche difficoltà, si è confermato una garanzia di classe vocale e di professionalità interpretativa. Qualità che aveva ancor meglio sfoggiato nell’anteprima under 30, in cui aveva cantato davvero benissimo, forse perché più disteso.

All’altezza mi è sembrato anche il resto del cast.


Antonio Corianò, anche se dotato di un mezzo vocale non sontuoso, ha portato in scena un Arvino elegante, molto calato nel personaggio.


Lidia Fridman nei panni di Giselda ha sfoggiato un’ottima presenza scenica e una grande estensione vocale, che le hanno fatto meritare molti applausi, nonostante qualche asprezza nei registri estremi. Mi è parsa, comunque, nel complesso brava, tenendo anche conto del fatto che la parte di Giselda è molto difficile.


Antonio Poli ha offerto un’interpretazione di Oronte prudentemente basata sulla sua buona intonazione e sulla sua emissione franca, ma non troppo scavata, riscuotendo comunque buoni consensi.

Francesco Lanzillotta, alla guida di una Filarmonica Arturo Toscanini che mi è sembrata all’altezza dell’occasione, ha diretto in un modo che ho trovato molto professionale, proponendo una lettura orchestrale, forse non trascinante, ma comunque molto sicura, oltre che in positiva sintonia con il palcoscenico.

Semplicemente ottimo il coro del Teatro Regio che è stato uno dei punti di forza dello spettacolo.


Ultima, ma non ultima, la regia di Pier Luigi Pizzi, che per me è stata magnifica. Ho trovato felice ogni singola idea: lo schermo con le immagini in realtà aumentata che cambiavano ad ogni scena (e ad ogni riferimento del libretto), la luce dal cielo per simulare la conversione di Pagano, l'integrazione tra parte scenica e orchestra, attuata facendo partecipare anche gli orchestrali all'azione, mi sono parse tutte soluzioni innovative, ma al tempo stesso raffinate e, soprattutto, rispettose della musica, che in ogni frangente è stata assecondata dai riferimenti scenici e mai prevaricata.


In questo contesto, non posso non scrivere di Mihaela Costea, primo violino della Filarmonica Arturo Toscanini, che ha regalato grandissime emozioni durante l'assolo d'inizio dell'atto IV, sfoggiando grande bravura tecnica e non minore sensibilità interpretativa.


Nel complesso, quindi, lo spettacolo ha inaugurato in modo molto felice il Festival Verdi di quest’anno, come merita un teatro di grande tradizione quale è il Regio di Parma.




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