Fuoco di Gioia
- Lorenzo Giovati
- 2 giorni fa
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Parma, Teatro Regio. 14 Ottobre 2025.
Era il 2013, anno del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, quando il Club dei 27, Gruppo Appassionati Verdiani di Parma, inaugurava il concerto Fuoco di Gioia, un appuntamento nato per unire lirica e beneficenza, divenuto negli anni un simbolo di generosità e passione musicale. Un format unico, cresciuto fino a raggiungere la tredicesima edizione e oggi parte integrante del cartellone del Festival Verdi. Un evento che ogni anno trasforma il Teatro Regio in una grande festa verdiana, capace di coniugare arte e solidarietà in un’atmosfera di pura bellezza.
Quest’edizione, forse più di ogni altra, è stata segnata da una serie di imprevisti che avrebbero potuto comprometterne la riuscita: a pochi giorni dal concerto sono infatti arrivati i forfait di Celso Albelo, Franco Vassallo e Riccardo Zanellato, seguiti da quelli di Maria Laura Iacobellis e, alla vigilia dell’evento, del clarinettista Corrado Giuffredi. Una vera e propria “strage” che però non ha vinto l’instancabile impegno di Paolo Zoppi (alias Falstaff), instancabile organizzatore e brillante presentatore della serata, e di chi lo ha supportato nell’organizzazione artistica dell’evento, il quale, anche quest’anno, come in quelli passati, ha potuto contare sul contributo di generosità, di professionalità e di amicizia di tutti gli artisti coinvolti. Ne è scaturito un evento riuscitissimo, animato dall’entusiasmo, dallo spirito di solidarietà e da un sincero amore per la musica.
Sul podio la Filarmonica di Parma, diretta dal maestro Enrico Fagone, veterano del Fuoco di Gioia. Con gesto sicuro e preciso, Fagone ha guidato l’orchestra con eleganza e slancio, trovando il giusto equilibrio tra vivacità e finezza espressiva. Il Preludio da Attila ha inaugurato la serata con forza teatrale, mentre la Sinfonia da Il barbiere di Siviglia ha aperto la seconda parte in un clima di allegra brillantezza. Nei momenti di accompagnamento ai solisti e al coro, il maestro ha mostrato attenzione al dettaglio, mantenendo sempre compatto l’insieme e sostenendo i cantanti con precisione.
Il comparto vocale ha brillato per qualità e varietà. Tra tutti, ha destato particolare impressione la giovanissima mezzosoprano Ilariandrea Tomasoni, appena ventiduenne, che ha conquistato il pubblico sin dalle prime note per la naturale bellezza del timbro e per un’emissione sorprendentemente matura. La sua Habanera da Carmen ha brillato per sensualità e morbidezza, sfoggiando una musicalità istintiva e un fraseggio elegante. In Una voce poco fa dal Barbiere di Siviglia ha dimostrato un controllo tecnico impeccabile, con agilità limpide, acuti precisi e gravi avvolgenti, sempre sostenuti da un gusto musicale raffinato. Una voce che già oggi possiede maturità e personalità e che lascia presagire un futuro radioso.
Clarissa Costanzo, giovane soprano, ha conquistato con una voce calda e luminosa, sostenuta da un fraseggio curato e da un’intonazione pregevole. Nel duetto di Tosca accanto a Davide Piaggio ha dato vita a un momento intenso, unendo slancio drammatico e controllo vocale di notevole livello. Ancor più convincente è stata nella difficile aria d’esordio di Lady Macbeth, affrontata con coraggio e intelligenza interpretativa: un’esecuzione intensa, costruita con senso del colore e acuti sicuri, che ha rivelato una cantante dotata di temperamento e personalità.
Davide Piaggio, unica voce maschile della serata, ha mostrato un canto appassionato e potente. Come Cavaradossi nel duetto da Tosca accanto a Clarissa Costanzo ha scolpito una linea ardente e generosa, con slancio eroico, centro corposo e mezzevoci ben tornite, sostenute da acuti sicuri. Il suo Alvaro nella romanza La vita è inferno all’infelice ha avuto un accento disperato e autentico; in Dio, mi potevi scagliar da Otello ha dato voce a un tormento profondo, sostenuto da uno strumento pieno, omogeneo e ben proiettato, sempre guidato da intonazione salda e fraseggio curato.
Scilla Cristiano, ormai di casa al Fuoco di Gioia, ha regalato due momenti di pura magia. Affrontando due celebri scene di pazzia (“Ardon gli incensi” dalla Lucia di Lammermoor e “Qui la voce sua soave” da I puritani) ha dato prova di una vocalità limpida, fresca e agile, sempre precisa anche nelle acrobazie più ardite. L’intensità interpretativa e la sicurezza tecnica le hanno meritato un trionfo personale. Splendida l’intesa con il flautista Andrea Oman, nella Lucia, autore di un accompagnamento elegante e partecipe.
Accanto alla Filarmonica di Parma, il Coro della Corale Verdi ha offerto un contributo fondamentale. Storica istituzione cittadina, anni or sono insignita dell’Onorificenza del Cavalierato di Verdi dal Club del 27, giunta al traguardo dei 120 anni, ha dato prova di compattezza e splendore sonoro sotto la guida del maestro Claudio Cirelli. Commoventi il Va, pensiero, il “Din! Don!” da Pagliacci e il Tre volte miagola dal Macbeth: pagine eseguite con precisione e calore, suggello di un sodalizio artistico esemplare tra due realtà storiche come il Club dei 27 e la Corale Verdi.
In sostituzione di Corrado Giuffredi, il clarinettista Stefano Franceschini ha interpretato la piacevolissima Fantasia Verdiana di Michele Mangani con virtuosismo e musicalità, offrendo un momento di raffinato lirismo strumentale.
Nel finale, in un clima di emozione collettiva, orchestra, coro e membri del Club dei 27 (compreso chi ve lo sta raccontando) si sono uniti sul palco per intonare un ultimo Va, pensiero di saluto. Un momento emozionante.
Il teatro era gremito, animato da ospiti provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Il ricavato della serata è stato destinato all’associazione Amici di Davide di San Ruffino (Parma), che si occupa di bambini disabili e delle loro famiglie, offrendo sostegno e accoglienza. Davide, presente in sala insieme alla madre, ha commosso il pubblico con un messaggio scritto da lui stesso e letto da Paolo Zoppi: parole piene di speranza, che hanno ricordato il vero significato di questa serata.
Fuoco di Gioia si è così riconfermato un evento straordinario: una festa della musica e della solidarietà, dove professionisti e appassionati si ritrovano mossi da un sentimento comune. Quando, dopo l’ultimo Va, pensiero, il presidente Enzo Petrolini ha gridato “Viva Verdi!”, la sala ha risposto con un fragoroso coro che ha riempito il teatro. Un finale semplice e autentico, che ha riassunto alla perfezione lo spirito della serata e l’essenza più vera di questo appuntamento.
(Foto di Roberto Ricci)






























