Berio, Mozart e Beethoven • Nagano
- Lorenzo Giovati
- 5 giorni fa
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Parma, Auditorium Paganini. 19 Novembre 2025.
Attesissimo era l’insediamento del maestro Kent Nagano alla Filarmonica Toscanini di Parma come Principal Artistic Partner per la stagione 2025/2026, la cinquantesima dell’orchestra. Il suo primo concerto in questo ruolo ha proposto un programma vario, alternando pagine solistiche a brani del grande repertorio sinfonico, così da delineare con chiarezza l’impronta musicale che il maestro Nagano vuole dare alla collaborazione con l’orchestra medesima.
L’apertura è stata affidata al violino di Mihaela Costea, primo violino della Filarmonica, impegnata nella Sequenza VIII di Luciano Berio, nel cinquantesimo anniversario della scomparsa del compositore. La Costea ha affrontato il brano con una lucidità tecnica ammirevole e con un controllo timbrico che le ha permesso di restituire tutta la complessità della trama sonora beriana. Ha colpito soprattutto la capacità di modellare la polifonia, rendendo percepibili le linee interne, senza mai sacrificare la tensione del gesto; altrettanto efficace è stata la gestione della scansione ritmica, sempre chiara.
A seguire, il maestro Nagano ha preso posto sul podio per dirigere il Concerto n. 27 per pianoforte e orchestra di Mozart, affiancato dal giovane pianista Gabriele Strata. Questi ha rivelato una sorprendente maturità espressiva: il suo tocco morbido e vellutato, il fraseggio disteso e la capacità di far emergere la cantabilità del discorso mozartiano hanno delineato un pianista già consapevole dei propri mezzi. La sua lettura è apparsa luminosa, con un’attenzione particolare alla qualità del suono.
Dal podio, il maestro Nagano ha impostato un accompagnamento improntato a un classicismo essenziale, attento al dialogo con il solista e alieno da qualsiasi enfasi sovraccarica. La costruzione delle frasi è stata elegante, quasi cameristica, con una direzione che ha privilegiato la trasparenza delle linee e un equilibrio sempre sorvegliato. Il risultato è stato un Mozart terso.
Come bis, Strata ha proposto un Notturno di Chopin e una versione per pianoforte solo di Alla sera di Schumann, entrambe eseguite con notevole finezza.
La seconda parte del concerto ha rispecchiato la struttura della prima: ancora una Sequenza di Berio in apertura, questa volta la I per flauto, eseguita da Sandu Nagy. Anche qui l’esito è stato eccellente: Nagy ha mostrato una gestione del fiato ammirevole e una chiarezza timbrica capace di rendere l’intero spettro di colori richiesti da Berio.
Poi è giunto l’attacco più celebre della storia della musica: quello della Quinta Sinfonia di Beethoven. Nel primo movimento il maestro Nagano ha scelto tempi sostenuti, evitando di indugiare sulle note con corona; una scelta coerente, che però ha attenuato l’impatto drammatico del movimento. Molto più convincente è stato invece il secondo movimento, costruito con grande cura nel cesello delle frasi. Il terzo movimento ha poi brillato per chiarezza contrappuntistica, mentre il quarto è apparso ben condotto e ha concluso con sicurezza l’intera lettura. Un Beethoven in sintesi ben fatto, a tratti particolare e inaspettato e a tratti di buona routine.
La Filarmonica Toscanini ha confermato la propria vocazione sinfonica: archi vellutati, fiati precisi e un suono d’insieme compatto. Qualche incertezza nei corni non ha compromesso la qualità generale.
Un concerto che apre nel migliore dei modi la collaborazione tra Nagano e l’orchestra e che lascia intravedere una stagione di grande interesse, varia nella proposta e solida nell’esecuzione.












