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Strauss e Shostakovich • Sanderling

  • Lorenzo Giovati
  • 1 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Parma, Auditorium Paganini. 24 Maggio 2025.

Il 24 maggio u.s., all’Auditorium Paganini di Parma, la Filarmonica Toscanini ha presentato al pubblico la sua cinquantesima stagione concertistica, subito prima di dare inizio al concerto diretto dal maestro  Thomas Sanderling, che ha segnato la conclusione della quarantanovesima stagione.


Il direttore tedesco, professionista esperto dal gesto nitido, ha guidato l’orchestra in un programma che si è fatto apprezzare per raffinatezza e solidità.

Ad aprire la serata è stato il Concerto per violino e orchestra di Richard Strauss, una delle pagine meno frequentate del catalogo straussiano, composta tra il 1881 e il 1882, quando il compositore aveva appena diciassette anni. Si tratta di un’opera giovanile, certamente più classica, che visionaria, che riflette l’influenza di Mozart e Mendelssohn, grazie ad una scrittura trasparente e a un impianto formale ancora lontano dalle densità tardo-romantiche dello stile straussiano maturo.


A interpretarlo è stata Carolin Widmann, violinista di grande sensibilità e di tecnica impeccabile, capace di restituire la leggerezza e la grazia di questa rarità con un suono levigato e un fraseggio nitido. Di particolare bellezza è stato il secondo movimento, scandito su un tempo lento e condotto con intima cantabilità. Leggero e agile è stato anche l’ultimo movimento, affrontato con brillantezza, ma senza mai forzare il tono. La direzione di Sanderling ha mantenuto l’orchestra su un piano di sobria eleganza, garantendo un accompagnamento pulito, sempre attento ai dettagli e perfettamente equilibrato nel dialogo con la solista.


A seguire, Carolin Widmann ha eseguito come bis la Sarabanda dalla Partita n. 2 per violino di Johann Sebastian Bach, offrendo un momento di intensa concentrazione, molto apprezzato dal pubblico.


Nella seconda parte della serata, la Sinfonia n. 5 in re minore di Shostakovich ha segnato un cambio di registro, offrendo all’orchestra l’occasione di misurarsi con una partitura di ben altra densità espressiva. Il primo movimento è stato ben impostato e costruito con tensione crescente, grazie anche alla coesione dell’ensemble e alla precisione degli attacchi. Il secondo movimento, pur vivace e ritmicamente ben sostenuto, non ha raggiunto punte di particolare trascinamento, rimanendo più composto, che graffiante. Il Largo, punto focale della sinfonia, è stato condotto con sobrietà e misura. Il finale, invece, ha convinto per potenza, culminando in una chiusura incisiva e controllata, capace di dare un senso compiuto all’intera esecuzione.


Merita una nota a parte la prestazione dell’orchestra: ottime le percussioni e altrettanto i tromboni, sempre ben integrati nel tessuto. In generale, l’ensemble ha mostrato un buon livello di affiatamento e una risposta pronta al gesto del maestro Sanderling.


Una conclusione più che positiva per questa importante stagione della Toscanini, che ha saputo unire proposte insolite, come il raro Strauss violinistico, a pilastri del grande repertorio novecentesco, gettando le basi per una prossima stagione che si preannuncia altrettanto ricca e interessante.



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