Mendelssohn e Dvorak • Gardiner
- Lorenzo Giovati
- 2 giorni fa
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Bologna, Auditorium Manzoni. 7 Dicembre 2025.
Un teatro con numerosi posti liberi, complice la concomitanza con la Prima del Teatro alla Scala e con il ponte di inizio dicembre, ma con un pubblico attento e caloroso, ha accolto il ritorno di Sir John Eliot Gardiner sul podio dell'Auditorium Manzoni di Bologna in un concerto annunciato solo un paio di settimane prima. Il Teatro Comunale ha organizzato l'evento, mettendo a disposizione le proprie forze musicali: coro e orchestra si sono presentati in grande forma per un programma piacevole, ben costruito e pianificato con gusto.
La prima parte del concerto è stata dedicata alla versione completa del Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn. Il maestro Gardiner ne ha offerto una lettura elegantissima, brillante, tesa a valorizzare la straordinaria grazia delle musiche di Mendelssohn. L'ouverture e lo Scherzo hanno mostrato un gioco di colori accurato, con grande varietà di sfumature. La parte corale, sempre morbida e ben controllata, ha trovato slanci poetici interessanti, impreziosita dalla vocalità di Chiara Salentino, soprano agile e luminosa negli acuti, e dalla mezzosoprano Matilde Lazzaroni, ugualmente efficace. Delicato l'intermezzo, con un senso di sospensione rarefatto; luminosa, ma non pesante, la celebre marcia nuziale; ben cesellato il finale, costruito con cura del fraseggio e con un gioco armonico sfumato. Ne emerge un Mendelssohn architettato con rigore, ma non rigido, animato da un senso della cantabilità e da un respiro che ha rimandato alla qualità "inglese" del controllo formale unito alla morbidezza delle linee.
La seconda parte è stata segnata da un netto cambio di linguaggio: la Sesta Sinfonia di Antonin Dvorak, opera che chiude il suo periodo "slavo" prima dell'esperienza americana. Gardiner ne ha fornito una lettura non eccentrica, ma saldamente tradizionale, con un ispirazione energica e incisiva. Nel primo movimento ha prevalso un carattere travolgente, con una presa emotiva immediata e una nitidezza ritmica particolarmente efficace. Il secondo ha introdotto un registro più meditato, quasi cantabile, con un ottimo equilibrio tra densità del suono e naturalezza del fraseggio. Nel Furiant, Gardiner ha fatto alzare in piedi l'orchestra, ottenendo un impatto sonoro più vigoroso ed espressivo. Il quarto movimento ha concluso la sinfonia con un trionfo sonoro che ha suscitato applausi scroscianti e una sincera approvazione da parte del pubblico.
L'orchestra del Teatro Comunale di Bologna, chiamata a confrontarsi con uno dei più grandi direttori viventi, ha mostrato una qualità superiore alla media abituale. Gli ottoni hanno offerto un suono più uniforme e centrato nelle intonazioni, con trombe particolarmente stabili; i fiati nel complesso precisi; gli archi premurosi nel fraseggio, con difficoltà solo nei passaggi più veloci. Nel complesso, l'ensemble ha suonato in modo compatto, energico, attento al gesto del direttore e concentrato, restituendo l'immagine di un'orchestra che risponde con consapevolezza e preparazione.
Anche il coro femminile del Teatro Comunale, preparato da Gea Garatti Ansini, ha dato un contributo significativo, con un suono omogeneo e timbricamente ben calibrato, mantenendo sempre la delicatezza richiesta da Mendelssohn.
Un concerto che, pur collocato in una data musicalmente rilevante, ha saputo creare una concorrenza interessante alla Prima della Scala. Un pomeriggio decisamente riuscito, che conferma la statura del maestro Gardiner come un grande direttore.










