Beethoven e Brahms • Urbanski
- Lorenzo Giovati
- 3 mar
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Piacenza, Teatro Municipale. 28 Febbraio 2025.
Il Teatro Municipale di Piacenza, oltre a distinguersi per una stagione lirica apprezzabile propone anche un’interessante stagione concertistica, capace di ospitare formazioni di buon livello. Se lo scorso anno è stata la volta dell’Orchestra Sinfonica della Rai, quest’anno il palcoscenico del Municipale ha accolto l’Orchestra della Svizzera Italiana, guidata dal maestro Krzysztof Urbanski, impegnata in un programma di notevole interesse. Un appuntamento, quello di fine febbraio, che conferma la volontà del Teatro di offrire al proprio pubblico non solo opere, ma anche momenti di raffinata musica sinfonica. Questa scelta è emersa anche nella proposta del programma di sala, scandito sui punti cardine del romanticismo tedesco ottocentesco: Beethoven e Brahms.
Nella prima parte della serata, il maestro Krzysztof Urbanski ha proposto il Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 “Imperatore” di Ludwig van Beethoven, affidando la parte solistica al maestro Jan Lisiecki. Quest'ultimo ha riconfermato, non solo il suo indubbio talento e la sua solida tecnica, ma anche messo in mostra una spiccata sensibilità interpretativa, evidenziata dalla cura del fraseggio e dall’attenzione alle dinamiche. Il maestro Urbanskix, per parte sua, ha optato per una direzione misurata, perfettamente in sintonia con l'approccio pianistico di Lisiecki, garantendo un'eccellente coesione tra solista e orchestra. L’esecuzione del bellissimo concerto beethoveniano si è caratterizzata per un'energia vibrante e per dinamiche incisive, particolarmente evidenti nel primo e nel terzo movimento, caratterizzati da attacchi netti e scattanti. Nel secondo movimento, il tempo scelto è risultato piuttosto rapido, senza tuttavia sacrificare la cantabilità della melodia, ma anzi qualificandosi per la ricerca di un equilibrio espressivo convincente. Il concerto, pertanto ha brillato per la sua compattezza interpretativa e per una lettura nitida ed energica che ha saputo coniugare slancio e precisione.
Al termine dell’esibizione, il maestro Jan Lisiecki ha concesso un bis tratto dal suo consolidato repertorio chopiniano: il Preludio op. 28 n. 6, eseguito con intensa espressività e accolto da un caloroso successo, suggellato da numerosi e meritati "Bravo!".
La seconda parte del concerto ha invece proposto la Prima Sinfonia di Johannes Brahms, un’opera che, ponendosi idealmente in continuità con le nove sinfonie di Beethoven, ne raccoglie l’eredità stilistica e strutturale. Il maestro Urbanski ne ha offerto una lettura personale e ben delineata, capace di esaltare i molteplici caratteri della partitura. Nel primo movimento, scandito su un tempo abbastanza rapido, Urbanski ha messo in evidenza le tonalità più cupe e drammatiche, concedendo particolare rilievo agli strumenti scuri, come il controfagotto e i contrabbassi, che ha spesso cercato nel suo gesto diretto e preciso e che hanno conferito alla musica un’intensità palpabile. Il secondo movimento, anch’esso condotto su un tempo camminato, ha brillato per lirismo e per cantabilità, dipanandosi su dinamiche morbide, che hanno esaltato il respiro melodico della scrittura brahmsiana. Il terzo movimento ha invece alternato momenti di grazia a episodi di energica vitalità, risultando scorrevole e piacevole nell’insieme. Nel quarto movimento, infine, il maestro Urbanski ha saputo restituire la solennità e la maestosità della scrittura brahmsiana grazie ad una direzione tesa e vibrante, sostenuta da un tempo rapido che ha conferito slancio alla costruzione orchestrale. Nel complesso, la sua interpretazione ha brillato per personalità. Una direzione capace di stupire per la sua originalità, senza cercare l’effetto fine a sé stesso, ma restando sempre fedele a una visione interpretativa precisa e solida, che, sia essa condivisibile o meno, ha rappresentato comunque un punto di forza proprio per la sua autenticità.
L'Orchestra della Svizzera Italiana ha offerto un'esecuzione nel complesso precisa e ha mostrato di possedere un bel suono. Al netto di qualche imprecisione nella sezione delle trombe, gli archi si sono distinti per coesione e per omogeneità timbrica, garantendo un buon volume generale, così come i fiati, contribuendo a un equilibrio orchestrale ben calibrato.
Il concerto nel suo insieme si è rivelato un'esperienza coinvolgente e di alto livello. Un programma interessante e ben costruito, eseguito con qualità, che ha saputo valorizzare al meglio le potenzialità dell’orchestra e regalare al pubblico un ascolto piacevole.