Neujahrskonzert 2025 • Förster
- Lorenzo Giovati
- 7 gen
- Tempo di lettura: 5 min
Zurigo, Tonhalle. 3 Gennaio 2025.
Che la musica di Johann Strauss Figlio, sia diventata ormai un emblema del Capodanno, è un fatto ormai acquisito; come è acquisito che lo sia diventata grazie al Concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker, che il primo giorno ogni anno, dal 1939, propongono un programma primariamente di walzer e polke. Ciò non esclude però che le musiche del Re dei Walzer siano proposte anche da altre orchestre e in diverse parti del mondo e che esse rappresentino sempre evocazione, a livello mondiale, dell’augurio di un felice Anno Nuovo.
E' il caso, ad esempio, del Neujahrskonzert 2025, organizzato dalla Tonhalle di Zurigo, che ha invitato la Prague Royal Philharmonic a deliziare il pubblico svizzero, e non solo, con le musiche di Johann Strauss II, celebrandone tra l’altro i 200 anni dalla nascita. A guidare il complesso ceco in un programma molto divertente e coinvolgente vi è stato il maestro Heiko Mathias Förster, già direttore musicale della Philharmonie di Baden-Baden. Il maestro Förster è salito sul podio, non soltanto come direttore d'orchestra, ma anche come presentatore del concerto. Egli ha infatti introdotto ogni brano proposto con un breve discorso di spiegazione, purtroppo solo in lingua tedesca e, per tale motivo, non adeguatamente comprensibile da chi tale lingua non conosce sufficientemente bene (se non per alcune parole, come "Ravel" o "Verdi" da lui pronunciate). A solo giudicare dalle risate del pubblico, comunque, alcune parti dei discorsi introduttivi devono anche essere stati spiritose e giustamente adeguate al carattere festoso del concerto.
La parte musicale, che invece non soffre la barriera linguistica, si è aperta con la vivace "Zivio!" Marsch, segnando un inizio assai brillante e trascinante, eseguito con precisione ritmica e con una cura particolare per la brillantezza del suono. A seguire, l’orchestra ha eseguito il delicato e sognante "Künstlerleben" Walzer, da cui Maurice Ravel ha tratto ispirazione per la composizione de "La Valse". L’esecuzione, sempre molto appropriata, ha messo in buon risalto la capacità dell’orchestra di alternare leggerezza e intensità, ed ha offerto un momento ricco di sfumature dinamiche. L'equilibrio tra le sezioni orchestrali è stato impeccabile. Con la "Klip-Klapp-Galopp", Polka schnell, il concerto è poi tornato ad un toni più giocoso, grazie anche ad un’esecuzione divertente, in cui ha brillato la precisione e la rapidità delle percussioni. La celebre "Persischer Marsch", che ha seguito, ha portato invece una nota di esotismo, con le sue citazioni orientaleggianti. L’esecuzione è stata eseguita con parecchio suono, ma sempre curato e intonato. Dopo il ritmo della marcia, ha fatto il suo ingresso la flessuosità del walzer "Märchen aus dem Orient", con le sue atmosfere fiabesche, interpretato con delicato lirismo. L’orchestra ha saputo sottolineare i dettagli melodici e armonici, regalando un momento di grande intensità. La frizzante "Banditen-Galopp", Polka schnell, ha quindi riportato vivacità, grazie ad una performance orchestrale precisa e accattivante. I tempi veloci sono stati gestiti con agilità, senza mai sacrificare la qualità del suono. La successiva "Neue Pizzicato-Polka" è stata eseguita con grande delicatezza e con non minore precisione, anche quando un telefono (immancabile, viene da scrivere) che è squillato in sala, avrebbe potuto confondere ritmicamente i musicisti. Alla fine dell'esecuzione, il maestro Förster ha fatto scherzosamente alzare la sezione dei fiati, non coinvolta nell'esecuzione. Infine, ha chiuso la prima parte del concerto, l’"Ouverture" di "Waldmeister", anch’essa bene eseguita, con ritmo, ma anche con leggerezza.
Dopo una pausa di circa 20 minuti, si è aperta la seconda parte del concerto, con il raffinato "Morgenblätter" Walzer, in cui il maestro Förster ha guidato l’orchestra in un’esecuzione fluida e ricca di colori. La delicata "Die Nachtigall", Polka française, ha poi permesso di apprezzare la morbidezza del fraseggio orchestrale, sempre intriso di leggerezza. E’ stata poi la volta della "Im Krapfenwaldl", Polka française, che, con i suoi richiami alla natura, splendidamente resi da due percussionisti, è stata eseguita con spensieratezza ed eleganza. Un’irruzione di energia e di vivacità si è quindi avuta con l’esecuzione della scatenata "Stürmisch in Lieb und Tanz", Polka schnell, che ha consentito al complesso orchestrale un performance travolgente. Più controllata è stata invece La Csárdás aus "Ritter Pásmán", che, pur essendo stata eseguita con indubbia precisione, a causa della scelta di un tempo non rapidissimo e a causa dell’assenza del tamburello in contrattempo nella sezione delle percussioni, come sarebbe invece previsto dalla prassi esecutiva, è stata leggermente attenuata nella ritmicità e nella ballabilità. Gli archi hanno comunque offerto una buona prestazione, mentre il maestro Förster ha dimostrato un controllo efficace dell’orchestra. La mattinata (il concerto era in programma alle ore 11,00) si è infine conclusa con l’immancabile "An der schönen blauen Donau", Walzer, accolto da un applauso caloroso del pubblico. L’orchestra ha saputo rendere omaggio a questo capolavoro con un’esecuzione elegante e leggera.
Il pubblico, visibilmente entusiasta, ha poi richiesto un bis, e l’orchestra ha risposto eseguendo un’energica Polka schnell di Johann Strauss II. A seguire, come da tradizione nei concerti di Capodanno, è stata proposta la celebre Marcia di Radetzky, composta dal padre di Johann Strauss, scandita a ritmo di applausi che hanno coinvolto tutta la sala.
L’intera orchestra si è distinta per una prestazione impeccabile, offrendo una qualità sonora che ha saputo valorizzare al meglio le raffinate composizioni di Johann Strauss II. Gli archi chiari hanno spiccato per la loro leggerezza e per la loro trasparenza, mentre quelli scuri hanno scandito con precisione tutti i tempi, senza mai risultare invadenti. Gli ottoni, per parte loro, hanno sfoggiato un suono brillante e corposo e i fiati, sempre precisi e raffinati, hanno aggiunto un tocco di morbidezza. Particolarmente degna di nota è stata la sezione delle percussioni: dal timpanista, preciso e autorevole, al "percussionista tuttofare", che ha saputo passare con naturalezza dai piatti al glockenspiel, fino agli effetti sonori che evocavano il canto degli uccellini.
Il maestro Heiko Mathias Förster ha diretto l’orchestra con sapiente leggerezza e con apprezzabile grazia, riuscendo a trasmettere un senso di levità e di spensieratezza che si addice perfettamente alla musica di Strauss. Förster ha saputo creare un’atmosfera vivace e gioiosa, mantenendo sempre alla perfezione il controllo dell'orchestra. E’ stato inoltre molto abile a non scimmiottare i mostri sacri che calcano il podio viennese, omettendo di cercando particolari raffinatezze, ma puntando, da un lato, sulla grande professionalità del complesso orchestrale, e, dall’altro lato, sull’obiettivo di offrire al pubblico due ore di splendida musica e di spensierato divertimento. Un obiettivo raggiunto appieno.
Il successo tributato dal pubblico, purtroppo di età media assai avanzata, agli interpreti e la conseguente riuscita del concerto dimostrano che il repertorio straussiano non è un’esclusiva dei Wiener Philharmoniker. Tuttavia, per ottenere risultati di alto livello, come quello della Prague Royal Philharmonic, è necessario un approccio che unisca classe, amore per la musica e cultura: tutte qualità la cui mancanza non di rado affligge i tentativi di emulare questa grande tradizione, come dimostra il tentativo italiano, purtroppo non sempre, per non scrivere quasi mai, all’altezza delle esperienze di oltralpe.