Milhaud, Ravel, Gershwin e Bernstein • Pappano
- Lorenzo Giovati
- 13 nov 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Rho, Teatro Civico Roberto de Silva. 8 Novembre 2024.
La Chamber Orchestra of Europe, come già era avvenuto l’anno scorso, ha intrapreso una nuova tournée europea, focalizzata principalmente sull’Italia, sotto la prestigiosa direzione del maestro Antonio Pappano. Il punto di partenza di questo viaggio musicale è stato Rho, che ha ospitato due serate distinte: la prima, dedicata esclusivamente alla Fondazione Bracco di Milano, una realtà che da anni sostiene l’arte e la cultura, valorizzando il patrimonio artistico italiano. La seconda serata, invece, è stata aperta al pubblico, offrendo a tutti gli appassionati l’opportunità di vivere un’esperienza di altissimo livello.
Il programma della tournée si è rivelato particolarmente interessante per la varietà di musiche americane ed europee, arricchite da richiami jazzistici e suggestioni ispirate al Nuovo Continente. Questa scelta ha aperto uno spazio di dialogo tra i due mondi, esaltando non solo il contributo dei compositori americani ma anche le influenze dell’America sulla musica europea. In programma, a rappresentare il Vecchio Continente, figuravano Ravel (o, in alcune serate, Saint-Saëns) e Milhaud, le cui composizioni si intrecciavano con sonorità jazzistiche in un dialogo stimolante con quelle dei compositori americani Gershwin e Bernstein. La serata è stata impreziosita anche dalla presenza dell’acclamato pianista Bertrand Chamayou, coinvolto in tutti e quattro i brani proposti.
Come ha spiegato lo stesso maestro Pappano in una breve introduzione al pubblico prima dell’inizio del concerto, l’elemento “collante” della serata era rappresentato da Leonard Bernstein: pianista, compositore e direttore d’orchestra, che all’interno della sua lunga carriera ha eseguito più volte tutti i brani proposti.
La serata si è aperta con il curioso brano La creation du monde di Darius Milhaud. Eseguito con grande precisione ritmica e con notevole potenza, soprattutto della sezione dei fiati. Il brano presenta infatti una particolarissima orchestrazione, basata prevalentemente sui fiati, sugli ottoni e sulle percussioni. Erano presenti poi solo due violini, un sassofono (al posto della viola), un violoncello e un contrabbasso. Questo ha solo in parte sbilanciato le sonorità, poiché sia la qualità dei musicisti, sia il controllo del maestro Pappano, hanno permesso ai fiati di non sovrastare i pochi archi presenti.
Successivamente, il pianista Bertrand Chamayou è stato il protagonista del Concerto per pianoforte e orchestra di Maurice Ravel, una composizione notoriamente complessa, che ha saputo affrontare con padronanza e precisione. La sua esecuzione si è distinta per un fraseggio chiaro e deciso, capace di dare risalto alle sfumature ritmiche e tecniche di cui l'opera è ricca. La direzione orchestrale ha saputo valorizzare ogni passaggio, mantenendo un tempo equilibrato e dinamiche vivaci e spiritose, perfettamente aderenti al carattere esuberante del brano. In questo modo, la componente pianistica, resa con un rigore ritmico e una tecnica impeccabili, è stata ben sostenuta, creando un dialogo fluido ed espressivo tra pianoforte e orchestra.
Dopo l’intervallo, il programma ha proposto le vivaci Variazioni su "I Got Rhythm" di George Gershwin. Per la terza volta, al pianoforte è tornato Bertrand Chamayou, che ha dimostrato un'eccezionale versatilità nell'interpretare questo brano brioso e tecnicamente impegnativo. Con grande maestria, Chamayou ha colto ogni sfumatura jazzistica, regalando un’esecuzione brillante che ha messo in luce la sua straordinaria abilità. Il maestro Antonio Pappano, impeccabile nella gestione dei tempi, è stato abilissimo nel mantenere l’orchestra unita, sostenendo un ritmo vivace e pieno di quel carattere "americano" che permea l’opera di Gershwin. L’orchestra ha risposto con un suono scattante e preciso, ma sempre morbido e bilanciato, creando un insieme omogeneo e dinamico.
In ultimo, ma non per importanza, è stato eseguito il balletto Fancy Free di Leonard Bernstein, un’opera carica di energia e di vitalità, dipanata attraverso ritmi incalzanti e colori orchestrali brillanti. Questa composizione rappresenta una testimonianza del genio giovanile di Bernstein, che riesce a fondere con freschezza jazz e musica classica. È un’opera divertente e dinamica, capace di catturare l'attenzione del pubblico e di trasportarlo in un’atmosfera urbana frizzante e vivace. A rendere eccellente questa esecuzione è stata l’interpretazione del maestro Antonio Pappano, espertissimo nel repertorio di Bernstein. Pappano ha dimostrato una profonda affinità con il linguaggio del compositore americano, restituendo ogni sfumatura con precisione. Forte della sua esperienza con l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e delle registrazioni di grande successo, Pappano ha mantenuto un controllo impeccabile del ritmo e delle dinamiche, rendendo ogni passaggio godibile. Sotto la sua guida, l’orchestra ha brillato per coesione e per versatilità, riuscendo a restituire un suono vivace e agile, che non ha mai perso di morbidezza, anche nelle sezioni più energiche.
Questa serata della Chamber Orchestra of Europe, sotto la guida di Antonio Pappano, si è rivelata quindi un’esperienza musicale di rara qualità e travolgente intensità, inaugurando festosamente l'inizio della tourneé. L’orchestra ha mostrato un suono impeccabile, con una precisione e una reattività che hanno confermato ancora una volta la sua eccellenza come ensemble. Anche su un repertorio di non consueta frequentazione, i musicisti hanno saputo adattarsi con naturalezza e sensibilità, regalando al pubblico un’interpretazione molto apprezzabile. Grazie alla maestria del maestro Pappano e alla versatilità dell’orchestra, ogni brano è stato valorizzato con spontaneità e vivacità. Il concerto è stato piacevolissimo, e gli applausi, abbondanti e meritati, hanno concluso degnamente una serata di altissimo livello.