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Don Carlo a Piacenza

  • Lorenzo Giovati
  • 14 nov 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Piacenza, Teatro Municipale. 12 Novembre 2023

Domenica pomeriggio è andata in scena, al Teatro Municipale di Piacenza, l'ultima recita del "Don Carlo" di Giuseppe Verdi, spettacolo itinerante che, dopo essere andato in scena due volte anche a Modena, si prepara a raggiungere Rimini, pur con qualche sostanziale modifica di cast. L'opera è stata eseguita nella versione di Milano, ovvero quella in italiano, senza i ballabili e senza il prologo (quindi in quattro atti), che pur a mio avviso è fondamentale per la comprensione degli atti successivi.


La qualità complessiva della produzione mi è parsa molto ragguardevole e rende lodevole l'impegno profuso dai teatri di Modena e Piacenza, considerata anche la difficoltà di mettere in scena quest'opera.


A parte il tenore, Paolo Lardizzone, che non ha mostrato di possedere le risorse espressive adeguate per rendere la complessità del personaggio di Don Carlo, ma a cui va riconosciuta l'attenuante di aver sostituito all'ultimo momento il tenore di ruolo Piero Pretti, colpito da un'improvvisa indisposizione, il cast ha espresso complessivamente un elevato livello artistico.


Ha spiccato innanzitutto, l'interpretazione che il basso Michele Pertusi ha offerto del ruolo di Filippo II, che ormai possiede in tutte le sue sfaccettature, sia vocali, sia psicologiche. Il suo canto e la sua lettura del personaggio sono stati all'altezza dei migliori bassi che hanno legato il loro nome al ruolo del re. Non esiterei a dire che, nell'attuale panorama canoro mondiale, Pertusi è forse il miglior interprete esistente di Filippo II.


Nei panni di Elisabetta di Valois, Anna Pirozzi, con voce elegante e sicura intonazione ha interpretato molto bene il personaggio, scavandone in profondità la psicologia. Unico neo, se proprio lo si vuol trovare, lo ravviserei nel fatto che in alcuni passaggi ha palesato una certa ritrosia ad alleggerire maggiormente la sonorità vocale.


Ernesto Petti, nel ruolo del marchese di Posa, ha prestato al personaggio un canto nobile e un fraseggio scandito, che gli ha consentito di delinearne con nettezza i tratti. Alla lunga però, il suo canto tende ad essere non particolarmente variato, a dimostrazione forse del fatto che la sua interpretazione e la sua tecnica necessitano ancora di ulteriore perfezionamento. Complessivamente però è stato un ottimo Rodrigo.


La mezzosoprano Teresa Romano, infine, ha offerto una convincente interpretazione del ruolo della Principessa Eboli, sia dal punto di vista vocale, sia dal punto di vista scenico. La sua vocalità mi è parsa più apprezzabile nel registro centrale e nel registro grave, ma non priva di qualche tensione in quello acuto.


Non si sono segnalati per grande qualità i personaggi di contorno (il grande inquisitore, il frate ecc...) anche se riserverei una nota di merito a Michela Antenucci nel ruolo di Tebaldo.

Corretti sono stati anche gli interventi corali.


Il maestro Jordi Bernàcer, alla guida dell'Orchestra Arturo Toscanini, ha condotto lo spettacolo con una direzione sicura e dotata di buona teatralità, che ha consentito un ascolto piacevole e un pieno apprezzamento dei valori artistici presenti sul palcoscenico. Piacevole, nella sua impostazione tradizionale, è stata anche la regia di Joseph Franconi-Lee.


Complessivamente, quindi, un ottimo spettacolo.



La seconda rappresentazione di questo Don Carlo (con Piero Pretti) è andata in onda su Opera Streaming ed è visibile su YouTube cliccando qui:



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