Debussy, Ravel e Mussorgsky • Jordan
- Lorenzo Giovati
- 9 mar 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Milano, Teatro alla Scala (in diretta su Rai Radio 3). 4 Marzo 2024
Lunedì sera il maestro svizzero Philippe Jordan, alla guida della Filarmonica della Scala, ha offerto al pubblico l'esecuzione di un cartellone dedicato a Debussy, Ravel e Mussorgsky.
Come primo brano ha eseguito Prélude à l'après-midi d'un faune di Claude Debussy, un preludio sinfonico intriso di atmosfere evocative e di sfumature sonore straordinarie. La partitura è un capolavoro di raffinatezza e di innovazione, con le sue armonie sognanti e i delicati giochi timbrici che dipingono vividamente l'immaginario del fauno al crepuscolo.
Sotto la direzione del maestro svizzero, ogni nota è stata plasmata con cura e sensibilità, trasformando il palco in un luogo incantato. Le abilità tecniche del direttore hanno permesso di cogliere ogni sfumatura della partitura. Il Maestro Jordan ha guidato l'orchestra con una maestria che ha reso degno omaggio alla complessità e alla bellezza della musica di Debussy. Ma è stata soprattutto la sezione degli archi a conferire al brano un'aura di sublime bellezza, con le loro linee melodiche fluide e le sfumature timbriche che hanno avvolto il pubblico in un abbraccio sonoro avvolgente.
Successivamente, è stato eseguito il Concerto per la mano sinistra in Re maggiore di Maurice Ravel. Quest'opera, scritta appositamente per il pianista austriaco Paul Wittgenstein, che perse il braccio destro durante la Prima Guerra Mondiale, consiste in un movimento unico. È una sfida del compositore, intesa a dimostrare che la mancanza di una mano non pregiudica l'esecuzione pianistica. Il concerto ha avuto un inizio tenebroso e si è poi sviluppato verso un crescendo che ha raggiunto il culmine con il violento ingresso del pianoforte. Dopo un'atmosfera frenetica, le dinamiche si sono tranquillizzate, lasciando spazio a un ampio allegro con marcata influenza jazzistica, esaltata dal fagotto e dai tromboni. E’ seguita una parte lenta e il concerto si è concluso brillantemente con un allegro travolgente.
Il pianista Bertrand Chamayou ha impresso un inizio deciso al concerto, interpretando la partitura con grande consapevolezza e professionalità. La sua esecuzione è stata tecnicamente impeccabile ed estremamente espressiva, così come quella del maestro Jordan, la cui direzione è stata di altissimo livello, mettendo in risalto con vivacità tutte le sfumature della partitura, jazzistiche e non. L'Orchestra Filarmonica della Scala si è esibita in maniera eccellente.
Particolarmente apprezzato è stato il bis di Chamayou, che ha eseguito (questa volta con entrambe le mani) la commovente Pavane pour une infante défunte di Ravel.
Ravel si è poi trasformato da compositore a orchestratore nella successiva seconda parte.
Il maestro Jordan è tornato infatti sul palco per eseguire Pictures at an Exhibition di Modest Mussorgsky. Originariamente composta per pianoforte, la composizione ha acquisito effettivamente la notorietà di cui gode anche oggi grazie all'orchestrazione proprio di Ravel. La suite, strutturata come una visita museale ispirata alla mostra dell'amico artista Viktor Aleksandrovič Hartmann, cerca di descrivere in musica i quadri osservati da Mussorgsky, intervallati da una 'Promenade' ("Passeggiata").
La prima promenade di lunedì sera non è iniziata felicemente, con una tromba solista leggermente incerta nell'intonazione. Tra i brani migliori, "Il vecchio castello", che ha evidenziato una sezione archi molto coesa, e "Bydło", che ha magnificamente rappresentato la fatica dei buoi nel trascinare il carro (Bydło, per l'appunto). "Limoges, le marché" ha avuto qualche imprecisione negli attacchi (dei piatti in particolare) e nell'intonazione delle trombe. 'Baba Jaga' è stata travolgente, introducendo magnificamente 'La Grande porta di Kiev', il cui inizio (affidato alle trombe) sarebbe garbato definire preoccupante a causa dell'intonazione poco curata. Fortunatamente l'ingresso della sezione degli archi ha poi risolto il problema. Il lento e maestoso finale ha poi degnamente concluso la composizione.
La direzione del maestro Jordan è stata ottima, equilibrata e ricca di dinamiche interessanti, sebbene non particolarmente innovativa.
La sezione archi dell'Orchestra Filarmonica della Scala è stata eccellente, così come quella dei fiati, mentre gli ottoni hanno mostrato alcune significative imprecisioni d'intonazione, come ho già sottolineato. La sezione percussioni è stata generalmente buona.
In sintesi, un concerto di alto livello solistico e direttoriale, in cui ha prevalso la prima parte sulla seconda, ma che comunque ha riscosso un notevole e meritato successo.
Il concerto rimarrà disponibile ancora per qualche giorno sul sito Rai Play Sound.
Di seguito riporto il link per leggere il programma di sala.