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Rameau, Mozart, Mendelssohn e Beethoven • Trifonov

  • Lorenzo Giovati
  • 31 ago 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 3 set 2024

Salisburgo, Großes Festspielhaus. 28 Agosto 2024.

Sebbene il Festival di Salisburgo 2024 sia in chiusura, gli spettacoli non hanno perso di pregio rispetto ai primi. Ne è la prova il concerto dell’altra sera, l’ultimo della categoria “Recital” (Solistenkonzerte), il cui protagonista è stato il grande pianista Daniil Trifonov, che ha presentato un programma molto ampio, spaziante da Rameau, a Mozart, da Mendelssohn a Beethoven, per poi concludersi con i bis del Novecento nord e sud americano.


La Suite aus Nouvelles Suites de pièces de clavecin di Jean-Philippe Rameau è stata proposta in una versione decisamente personale e alquanto dilatata. L’esecuzione è stata resa decisamente accattivante da una tecnica sopraffina, che ha consentito a Trifonov di suonare con grande precisione, sia nel ritmo, sia nella perfetta sintonia tra le due mani. Trifonov, pur discostandosi dalla prassi esecutiva del periodo barocco con una lettura più libera e personale, ha saputo rendere omaggio alla brillantezza e alla raffinatezza di Rameau, esaltando la qualità ornamentale della musica e aggiungendovi un tocco di modernità, attraverso l'uso del pianoforte.


L’esecuzione di almeno un brano di Mozart a Salisburgo è quasi obbligatoria, ma il maestro Trifonov ha fatto di tutto per non renderla banale, riuscendoci con l’ampio sfoggio di tutto il suo talento. L’esecuzione della Sonata 12 KV 332 è stata ovviamente approcciata a regola d’arte con degli eccellenti movimenti estremi e un toccante secondo movimento (proposto come bis anche nel recente concerto del festival di Pentecoste insieme al maestro Paavo Järvi). La Sonata KV 332, con i suoi contrasti dinamici e melodici, ha offerto a Trifonov l'opportunità di esplorare la grazia e l'eleganza mozartiana attraverso una performance che ha saputo coniugare brillantezza tecnica e profondità espressiva. Il secondo movimento, Andante cantabile, in particolare, è stato eseguito con una delicatezza e un’intensità tali da evocare l'emozione più pura, esaltando la sensibilità interpretativa del pianista.


Il momento culminante della serata è stato però raggiunto con l’esecuzione delle magnifiche Variations sérieuses di Felix Mendelssohn, un capolavoro virtuosistico che fa il paio con i Lieder ohne Worte. La potenza del muscolare pianismo di Trifonov è emersa completamente nelle variazioni più movimentate, mantenendo altissima l’attenzione del pubblico e la tensione in sala. Le Variations sérieuses, op. 54, rappresentano uno dei punti più alti del suo repertorio pianistico, sebbene uno dei più difficili da ascoltare, con un'esplorazione profonda delle possibilità espressive e tecniche dello strumento. Trifonov ha saputo catturare ogni sfumatura delle variazioni, dalla loro struggente malinconia alla virtuosità più travolgente, dimostrando una padronanza tecnica e un'intensità emotiva che hanno tenuto il pubblico con il fiato sospeso.


Dopo l’intervallo è stata eseguita la sonata 29 di Ludwig Van Beethoven, detta “Hammerklavier”. Se fino a questo momento il concerto era stato interpretativamente ineccepibile, nella seconda parte non è stato altrettanto. Non, s’intende, per quanto concerne la tecnica in cui, come già scritto, il maestro Trifonov è un campione assoluto, ma per quanto attiene alla resa emotiva del brano, che è sembrata imbrigliata proprio dall’eccellenza tecnica. Trifonov è infatti parso non riuscire a donare in Beethoven un’emotività autentica e mozzafiato, come invece riusciva a fare, solo per esemplificare, un altro grande come Maurizio Pollini. Ed è forse questa eccessiva compostezza interpretativa che ha reso un Beethoven tormentato, ma romantico, quasi un musicista proiettato verso la dodecafonia. Le linee melodiche, in alcuni frangenti, sono state sviluppate con notevole spigolosità (soprattutto nel quarto movimento). La velocità molto sostenuta con cui Trifonov ha eseguito la sonata non ha poi contribuito senz’altro alla creazione di un clima più disteso, benché il terzo movimento sia stato eseguito con estrema e grave solennità.


Alla fine, però, i consensi sono stati meritatamente entusiastici. Il maestro Trifonov ha concesso poi quattro bis, totalmente estranei al programma, ovvero Valse de Santo Domingo di Ballumba Landestoy, When I Fall in Love di Bill Evans, Estudio en Zamba sempre di Ballumba Landestoy e I Cover the Waterfront di Art Tatum, tutti omaggiati da una standing ovation.


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