Roméo et Juliette • Nezet-Seguin
- Lorenzo Giovati
- 25 mar 2024
- Tempo di lettura: 3 min
New York, Metropolitan Opera House (in diretta su The Met: Live at home). 23 Marzo 2024.
Sabato sera (ovvero sabato pomeriggio, per i newyorkesi) è andata in scena al Metropolitan Opera House di New York una straordinaria produzione del "Roméo et Juliette" di Charles Gounod, che ho avuto modo di apprezzare grazie alla diretta di The Met: Live at home.
Il cast vocale è stato dominato da due grandi personalità interpretative: quella del tenore Benjamin Bernheim e quella del soprano Nadine Sierra.
Quest'ultima, in particolare, ha offerto una performance vocale e interpretativa di altissimo livello. La soprano statunitense dispone di una voce piena e sontuosa. Grazie ad un’emissione facilissima, messa al servizio di una talentuosa sensibilità musicale, è stata in grado di modulare il suo mezzo vocale al meglio. Interpretativamente è stata poi altrettanto brava. In "Jeux ve vivre" ha incantato il pubblico con trilli, gorgheggi e volteggi che, sommati all’espressione di gioia, hanno regalato grandi emozioni.
Al suo fianco il tenore Benjamin Bernheim, anch'egli bravissimo, ha confermato di essere senza dubbio uno dei migliori interpreti al mondo di questo repertorio. Il colore della sua voce, adattissimo la ruolo, è chiaro e l’emissione è sempre timbrata. Il mezzo vocale è potente e agile, anche se tende a mostrare qualche segno di sforzo nella tessitura acuta estrema, anche se non tende mai all’urlo, ma risolve sempre ogni problema interpretativo in termini di canto. In “Ah! lêve-toi soleil”, così come in tutto il resto dell'opera, è emersa la sua capacità interpretativa, grazie alla quale ha caratterizzato un Romeo romantico, occorrendo eroico, ma anche fragile e introverso.
Will Liverman, nei panni di Mercutio, ha anch'egli dimostrato di disporre di buona voce (usata sempre correttamente) e di una pregevole sensibilità interpretativa, in particolar modo nell'aria “Mab, la reine des mensonges”.
Non particolarmente entusiasmante è stato il personaggio di Capulet, interpretato da Nathan Berg. L'interpretazione è stata molto curata e nel complesso pregevole, ma a sostegno di questa è mancata una voce stabile nell'intonazione (in particolare nel registro acuto).
Vocalmente pregevole e scenicamente di ottima presenza è stato il Tybalt di Frederick Ballentine.
Il Frère Laurent di Alfred Walker è stato di buona presenza, sia scenica, sia vocale anche se interpretativamente un poco algido.
Hanno completato il cast: Samantha Hankey (nei panni di Stéphano) e Eve Gigliotti (Gertrude). Entrambe hanno fornito nel complesso una buona interpretazione dei loro personaggi.
Il resto dei comprimari non sono stati entusiasmanti.
Il coro del Met è stato eccezionale, dal prologo (cantato con fosca rassegnazione per il destino già scritto dei due amanti) fino alla fine del quarto atto.
Ha dominato la scena l'intelligente regia di Bartlett Sher, che ha ambientato l'azione in una verosimile piazza di Verona che, con l'ausilio di pochi elementi (come ad esempio un crocifisso e qualche sedia, una tenda bianca, alcuni cestini pieni di frutta e un lenzuolo), si trasformati, a seconda delle necessità di differente ambientazione delle scene, ora in una chiesa, ora in un mercato e infine nella camera da letto di Giulietta. Ciò a dimostrazione del fatto che vi possono essere regie intelligenti che risolvono l’invenzione e l’innovazione registica, rimanendo all’interno della struttura storica e musicale dell’opera.
Molto curati sono stati anche i costumi che, grazie alle bellissime inquadrature della diretta cinematografica, ho avuto modo di apprezzare "da vicino".
Ultima, ma non per importanza, vi è stata la direzione del maestro Yannick Nezet-Seguin, che è stata decisamente brillante. Il maestro canadese ha accompagnato benissimo le scene, sia nei passaggi più romantici, sia in quelli più concitati, come la scena del duello nel terzo atto. Alla sua bacchetta ha peraltro risposto una grande orchestra, come è quella del Met, che ha suonato benissimo per tutta l'opera.
In conclusione, lo spettacolo è stato eccellente.