Mozart e Beethoven • Onofri
- Lorenzo Giovati
- 26 feb 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 26 feb 2024
Parma, Teatro Regio. 18 Febbraio 2024.
Domenica 18 febbraio u.s. ho assistito al Teatro Regio di Parma ad un nuovo concerto della Stagione dei Concerti de “La Toscanini”.
Primo brano in programma era la prima esecuzione assoluta di Ricercare per orchestra d’archi della compositrice in residence Daniela Terranova che, per riprendere le parole dell’autrice, rappresenta “un’esplorazione contrappuntistica di natura timbrica, dove gli strumenti sono utilizzati in modo estensivo, con particolare attenzione alle dinamiche, all’iridescenza dei suoni armonici e al movimento costante dell’arco, che agisce come un filtro del suono, arricchendo l’esperienza uditiva con sfumature e dettagli sottili”. L’ascolto mi induce ad un giudizio sospeso perché mi risulta difficile esprimermi in merito ad un’esperienza musicale che non conosco, anche a causa del mio modesto personale interesse verso simili percorsi musicali contemporanei. L’ascolto mi è comunque risultato abbastanza piacevole. Trovo inoltre corretta la scelta di proporre queste nuove composizioni e di indurre il pubblico ad accostarsi a questa nuova tipologia di musica.
E’ poi seguita l’esecuzione del Concerto n. 20 in re minore K.466 di Mozart, una delle composizioni più amate a livello mondiale del compositore austriaco. Ne è stata protagonista la giovanissima pianista franco-albanese Marie-Ange Nguci, artista in residence a La Toscanini, la quale ha fatto sfoggio di un pianismo sorprendente per fluidità, precisione e partecipazione emotiva. Mi riesce sempre difficile, più che in altri casi, giudicare un solista, al piano, come ad altri strumenti, considerato il fatto che ogni solista esprime quantomeno una capacità tecnica che, ad un ascolto profano, risulta quasi sempre straordinaria. Nel caso specifico però mi è parso di cogliere, nell’esecuzione della Nguci, anche una maturità interpretativa che andava oltre la proprietà assoluta della tecnica e che lasciava intravedere la stoffa di una pianista di grande valore. All’esecuzione pianistica ha fatto poi da contrappunto una parte orchestrale che è stata certamente discreta e di buon supporto, ma che non ha entusiasmato, sia perché il tono dell’esecuzione non è mai parso particolarmente alto, sia perché gli interventi dell’orchestra non di rado sono risultati privi di solarità e di un ampio respiro armonico. Al termine del concerto la pianista si è esibita in due bis, assai e giustamente apprezzati dal pubblico, entrambi di Saint Saens: Toccata, Étude d'après le 5ème concerto, Op.111, e Les Cloches de Las Palmas.
Migliore è stata invece l’esecuzione orchestrale della sinfonia n. 4 di Beethoven, la cui esecuzione era in programma nella seconda parte del concerto. Anche in questo caso, però, l’interpretazione offerta dall’Orchestra Toscanini e dal maestro Onofri, pur risultando complessivamente gradevole, non è stata memorabile. L’esecuzione complessiva è infatti risultata non di rado nervosa, con l’esito che l’ispirazione hydniana che traspare chiaramente dal tessuto musicale, in palese contrapposizione che le grandi sinfonie precedenti (la terza) e seguenti (la quinta), non è emersa con la dovuta nitidezza e, soprattutto, con la grazia e la leggerezza (in particolare nel secondo movimento) che sarebbero necessarie. Non riterrei esente da qualche riserva nemmeno la resa orchestrale, che ha evidenziato ruvidezze e approssimazioni, sia nella sezione degli archi, sia in quella degli ottoni.
In sintesi, quindi, un concerto discreto, in cui ha fatto spicco la classe della giovane pianista.
Un’ultima notazione. Tra la prima e la seconda parte del concerto al primo violino della Filarmonica Arturo Toscanini Mihaela Costea è stato conferito, mi viene da scrivere assai meritatamente, il premio Casappa Women, istituito, in modo molto meritorio, da una delle più importanti realtà imprenditoriali del comprensorio parmense con lo scopo di valorizzare il talento e il lavoro delle donne nel settore della musica. Il premio di duemila euro sarà devoluto dal Gruppo Casappa al Centro Antiviolenza di Parma, un’associazione impegnata in prima linea nella tutela delle donne che sono vittime della violenza. Un bellissimo momento di impegno civico e di responsabilità sociale, che ben si sposa con il contesto culturale della serata.